Le autorità della prigione femminile di Longquanyi, città di Chengdu, provincia di Sichuan, hanno sequestrato i vestiti delle praticanti nel tentativo di costringerle a rinunciare alla pratica del Falun Gong.
Tutte le praticanti detenute nella prigione femminile di Longquanyi sono state costrette a sottoporsi a un “periodo di rigorosa disciplina” nei primi tre mesi di carcere. Durante questo periodo, alle praticanti non era permesso lasciare la cella, comprare qualsiasi cosa, o parlare con qualcuno al di fuori del carcere. Ogni cella ha due detenute che sono state assegnate dalle autorità della prigione per controllare le praticanti. La polizia e le detenute assegnate a turno per il lavaggio del cervello delle praticanti, proiettano i video che diffamano il Falun Gong. I praticanti determinati che si oppongono al lavaggio del cervello, sono detenuti oltre i tre mesi.
Quando le praticanti si rifiutano di rinunciare, i loro vestiti sono confiscati, lasciandole solo in reggiseno e mutande. A volte gli ufficiali portano via i vestiti di tutte le detenute nella cella, in modo da istigare l’odio verso le praticanti. Le praticanti Zhu Yifang, Gang Fengxiang e Zhong Shiqiong, che sono state detenute nella seconda divisione della sesta sezione, sono state sottoposte a questo tipo di maltrattamento. Non sono state autorizzate a coprirsi nemmeno con le lenzuola.
Quando la praticante Zhong Shiqiong è stata portata alla sesta sezione, la polizia ha portato via i suoi vestiti non permettendo a nessuno di darle degli altri. Inoltre, le detenute assegnate a controllarla le pungevano le mani con aghi per cucire.
Le praticanti detenute nella prigione femminile di Longquanyi sono state costrette a fare dei lavori pesanti ventiquattro ore al giorno sotto stretta sorveglianza. Quando una praticante andava in bagno, l’intera squadra di controllo la seguiva. Le torture mentali e psicologiche, subite dalle praticanti sono state tremende.
Versione cinese: http://www.minghui.org/mh/articles/2010/1/20/216593.html
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