Sichuan: La sig.ra Zhu Yifang torturata e sottoposta ad iniezioni di sostanze sconosciute.

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Nome: Zhu Yifang
Sesso: Femminile
Età: 47
Indirizzo: non riportato
Professione: Ex funzionario del governo
Data dell’ultimo arresto: 25 aprile 2006
Luogo dell’ultima detenzione: Prigione femminile Chengdu (成都女子监狱
Città: Chengdu
Provincia: Sichuan
Persecuzione subita: Detenzione, interrogatorio, estorsione, lavaggio del cervello, essere appesa, costrizione fisica, alimentazione forzata, iniezioni forzate.

La sig.ra Zhu Yifang era un funzionario dell’Ufficio dell’Agenzia Governativa comunale di Guangyuan a Chengdu. Dopo che il Partito Comunista Cinese (PCC) ha iniziato la persecuzione contro il Falun Gong, è stata detenuta più volte. Una volta è stata appesa dalle manette per sette giorni e sette notti e torturata con il metodo "cinque cavalli dividono il corpo". E’ stata sottoposta ad alimentazione forzata e iniettata con sostanze sconosciute.

La sig.ra Zhu ha scritto lettere a diversi uffici governativi nella provincia di Sichuan, la città di Chengdu, città di Guangyuan, al Congresso del Popolo, alla Procura, alla stazione di polizia, ai tribunali, ai media, ecc, per esporre la persecuzione sofferta per mano dell’Ufficio 610 (un’organizzazione di agenti speciali dedicati alla persecuzione del Falun Gong) nella provincia di Sichuan, la Prigione Femminile di Chengdu (ex Prigione Binjiang, Prigione Femminile di Chuanxi) e nel centro di detenzione della città di Chengdu. Ha chiesto che i responsabili siano puniti secondo la legge. Nello stesso tempo, ha chiesto un risarcimento per le sue perdite finanziarie così come i danni che ha subito. Qui di seguito è una dichiarazione della sig.ra Zhu Yifang.

Ho iniziato a praticare il Falun Gong nel 1997 e rapidamente ho recuperato la mia salute debole sia fisicamente che mentalmente.

Arrestata e appesa per sette giorni e sette notti

Il 26 febbraio 2000, stavo spiegando i fatti sulla persecuzione contro il Falun Gong ad un agente di polizia. Mi ha ingannata e portata alla stazione di polizia di Huangwajie, Filiale Qingyang, città di Chengdu. Sono stata detenuta per 15 giorni nel Centro di Detenzione di Jiurucun. In seguito, al Centro di Detenzione Lianhuacun a Chengdu, dentro in una gabbia di ferro. Durante la mia detenzione, i funzionari delle stazioni di polizia di Huangwajie e Yingmenkou e la brigata antisommossa hanno soggiornato a casa mia senza permesso. Vivevano nella nostra casa mangiando, bevendo e giocando a carte. Hanno preso i miei libri del Falun Gong, il computer di mio figlio che stava usando per i suoi studi, una stampante e uno stereo ed hanno cacciato fuori di casa mio figlio di 14 anni.

Durante la notte del 5 marzo 2001, più di 10 persone della stazione di polizia di Yingmenkou, l’ufficio distrettuale e il comitato di quartiere hanno fatto irruzione in casa mia. Mi hanno trascinato dal terzo piano fino alla macchina della polizia parcheggiata nel cortile e mi hanno portata ad un "corso di formazione di classe " (una struttura per il lavaggio del cervello) a Jingushanzhuang e detenuta lì per 20 giorni. Mi fecero il lavaggio del cervello, per costringermi a rinunciare al mio credo in Verità Compassione Tolleranza.

Il 29 settembre 2002, stavo facendo una commissione quando all’improvviso un ufficiale mi ha afferrato e trascinandomi in un taxi mi ha portata alla stazione di polizia di Jiulidi. Dopo avermi torturata per più di 10 ore, all’una di mattina mi hanno mandata al Centro di Detenzione di Chengdu. Pochi giorni dopo, gli agenti della stazione di polizia di Jiulidi, prima mi hanno interrogata, poi mi hanno messa in una macchina e dopo un breve tragitto dal centro di detenzione, mi hanno coperto la testa con un sacchetto di plastica nero e portata in un luogo sconosciuto, poi in una stanza buia al settimo piano. Le finestre erano coperte di panno nero. Mi hanno lasciata appesa in quella stanza buia per sette giorni e sette notti. È stato così orribile che non ho avuto il coraggio di ricordare quei momenti fino ad oggi.

Al Centro di Detenzione della Città di Guangyuan, mi hanno appesa con il metodo "cinque cavalli che dividono il corpo" poi mi hanno nutrito a forza e iniettata con una droga sconosciuta.

Nel pomeriggio del 25 aprile 2006, gli ufficiali della stazione di polizia della città di Guangyuan sono venuti nel mio ufficio e mi hanno arrestata. D’accordo con la stazione di polizia di Chengdu, hanno saccheggiato la mia casa e mi hanno portata al Centro di Detenzione della città di Guangyuan.

Ho protestato la persecuzione facendo lo sciopero della fame. La polizia e i criminali nel centro di detenzione mi hanno messo le manette e le catene su un letto della morte nella posizione di "cinque cavalli che dividono il corpo". Poi hanno infilato un tubo di plastica su per il naso che andava nello stomaco. Sentivo un forte dolore al naso e allo stomaco. Il sangue colava dal mio naso. Hanno continuato a praticarmi l’alimentazione forzata. Infine, hanno tirato fuori il tubo. Lo hanno fatto 4 o 5 volte al giorno. Una volta lo fecero 8 volte in un giorno.

L’ufficio 610 della provincia di Sichuan ha dato ordini al centro di detenzione di torturarmi a morte e mi hanno detto che anche se fossi morta a causa della tortura non sarebbero stati ritenuti responsabili. Il medico del carcere poi mi ha prescritto alcune iniezioni sospette. Dopo l’iniezione, sentivo un forte dolore come se ci fosse una spada che mi penetrava il cuore e tremavo tutta. Quando sono stata legata con manette e catene non potevo muovermi affatto. Potevo muovere solo la testa. È stato davvero orribile. L’alimentazione forzata e le iniezioni sono state fatte ripetutamente, ogni giorno dalla mattina alla sera.

Sono stata torturata in questo modo dal 25 aprile 2006, fino al 13 novembre 2006. Questa combinazione di persecuzione fisica e mentale ha superato ampiamente il limite di ciò che un essere umano può sopportare. Il 14 novembre 2006, dopo che mi hanno torturato sull’orlo della morte, il centro di detenzione mi ha mandata alla Prigione Femminile di Chengdu.

Abusi verbali e iniezioni sospette nella Prigione Femminile di Chengdu

L’8 ottobre 2006, sono stata condannata a sette anni di prigione dalla Corte della Contea Wangcang a Guangyuan. Il 14 novembre 2006, sono stata detenuta al Distretto N.6 della Prigione Femminile di Chengdu.

Dato che non intendevo rinunciare al mio credo, sono stata detenuta per un lungo periodo in una cella d’isolamento. Hanno aperto la porta della cella il giorno del terremoto del 12 maggio 2008. Mentre ero in cella, due criminali si sono alternati per controllarmi. Non mi consentivano di lasciare la cella e nessuno poteva parlare con me.

Nella Prigione Femminile di Chengdu, ho subito ogni sorta di persecuzione. Ho insistito nel mantenere la mia fede e mi sono rifiutata di indossare l’uniforme carceraria non permettendo loro di segnare qualche cosa sul mio vestito che mi indicava come una criminale. La polizia ha incitato i criminali a strappare i miei vestiti, lasciandomi solo in reggiseno e mutandine. Durante il terremoto di Wenchuan, la prigione ha trasferito tutti i detenuti in un altro luogo. Durante lo spostamento, ho avuto difficoltà a respirare e non potevo camminare. I detenuti criminali mi hanno trascinato a terra ed ho quasi perso conoscenza. Neanche in quel momento mi è stato consentito di indossare i miei vestiti. Mi hanno coperta con un lenzuolo.

Dopo un così lungo periodo di detenzione torture, in più la pressione dei tre cosidetti "istruttori"che ogni giorno tenevano i corsi di lavaggio del cervello, ero esausta. Non mi permettevano di comprare il cibo e non avevo verdure da mangiare, frutta o sale, non potevo uscire dalla cella, tutto il mio corpo era gonfio. Più volte, hanno addirittura rifiutato la mia richiesta di lasciare la cella per prendere un po’ d’acqua calda.

In seguito, sono stata mandata all’Ospedale della Polizia di Chengdu e sono rimasta per tre settimane. Anche se non mi ero ancora ripresa del tutto mi hanno rimandata di nuovo al carcere. Ma poiché le mie condizioni sono peggiorate, la prigione mi ha mandata di nuovo in ospedale. Dato che non collaboravo con i loro tentativi di perseguitarmi in ospedale quattro criminali maschi, mi hanno legato mani e piedi ai quattro angoli del letto con un telo. Hanno anche legato la mia pancia e le ginocchia ai due lati del letto. Poi mi hanno iniettato droghe sconosciute. Dopo l’iniezione, ho iniziato a sentirmi agitata. Le mie vene erano indolenzite, lo stomaco si gonfiava e mi sentivo molto male.

In un primo momento, mi hanno dato due bottiglie di infusione. Più tardi, dal momento che non ho collaborato, hanno aumentato la dose da due a quattro, poi da quattro a sei, poi da sei ad otto. Ogni giorno mi hanno iniettato droghe sconosciute. All’inizio, mi hanno fatto un’iniezione. Più tardi, due. I miei glutei erano pieni di ascessi. Sono stata torturata in questo modo in ospedale per oltre cinque mesi. Ancora adesso, ho più di cento segni di aghi sul mio sedere.

Le mie vene erano ormai stremate e non riuscivano a trovare un posto buono per iniettarmi, così non potevano più fare altre iniezioni. L’ospedale ha messo fuori parecchie volte l’avviso della mia morte imminente. Il medico ha detto che potevo vivere un paio di giorni al massimo. A quel punto, lo staff dall’Ufficio 610 della provincia di Sichuan, della città di Guangyuan, e la contea di Cangxi sono arrivati al mio capezzale per verificare, hanno visto che respiravo a fatica ed hanno pensato che stessi morendo in ospedale. Solo a quel punto hanno consentito ai miei parenti di portarmi via dall’ospedale.

I miei famigliari hanno subito numerose avversità.

Nel corso degli ultimi dieci anni che sono stata perseguitata, anche la mia famiglia ha sofferto grandi privazioni. Hanno sopportato grandi sofferenze mentali. Mio padre e i miei suoceri sono deceduti. Mio marito è morto giovane. Mio figlio non ha avuto la madre a prendersi cura di lui. Ha vissuto una vita solitaria e senza casa. A volte, quando la scuola era chiusa per le vacenze, mio figlio ha sofferto la fame e ha dormito in un dormitorio per molto tempo.

A causa di tutto questo lungo periodo di persecuzione brutale, sono stata gravemente danneggiata, sia fisicamente che mentalmente. Ancora adesso la mia salute è malmessa. Non posso raddrizzare la schiena dal dolore. Il mio corpo è ancora gonfio, non riesco a camminare e non posso prendermi cura per le mie necessità quotidiane. Ho perso la capacità di lavorare e vivere una vita normale.
Articoli correlati:
http://clearwisdom.net/html/articles/2009/3/1/105215.html in inglese
http://minghui.ca/mh/articles/2009/2/11/195249.html in cinese

Versione cinese: http://www.minghui.org/mh/articles/2010/11/13/232417.html

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Here is the article in English language:
http://en.clearharmony.net/articles/a54895-article.html

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