Il 2 luglio 2001 Minghui Net ha appreso da familiari delle vittime che una persecuzione su larga scala con l’uso di crudeli strumenti di tortura ha avuto luogo nel campo di lavoro forzato di Wanjia, città di Harbin, provincia di Heilongjiang, Cina.
Solo in questo campo quindici praticanti donne di Falun Gong sono state torturate a morte. Lo stesso giorno delle morti, le autorità cinesi hanno bloccato tutte le fonti di informazione. Le autorità cinesi hanno in seguito parlato di un “suicidio di gruppo” avvenuto nel campo di lavoro forzato di Wanjia solo dopo che la notizia era stata diffusa da Minghui Net. Secondo un servizio pubblicato dal Washington Post, un funzionario giudiziario provinciale ha dichiarato che undici praticanti donne di Falun Gong hanno tentato di suicidarsi appendendosi ai loro letti a castello, ma che solo tre sono morte. In un resoconto pubblicato da UPI comunque, lo stesso funzionario ha detto che venticinque praticanti donne avevano tentato di suicidarsi, ma solo undici erano morte. Costui ha anche aggiunto che le guardie non stavano sorvegliando le donne quando hanno tentato di uccidersi.
Jiang Zemin e i suoi seguaci stanno commettendo crimini utilizzando il governo cinese. Negli ultimi due anni hanno messo in piedi su tutto il territorio nazionale un’organizzazione al di sopra della legge chiamata “ufficio 610”. Le sue istruzioni riservate erano di “distruggere la loro reputazione, tagliare i loro fondi finanziari ed eliminarli fisicamente”. Gli ordini dicevano anche che “bastonarli a morte va registrato come suicidio, non c’è bisogno che i loro familiari identifichino i corpi e questi vanno direttamente cremati” e inoltre i funzionari avevano l’ordine di intensificare continuamente la persecuzione contro i praticanti di Falun Gong. Queste direttive sono usate dai poliziotti nei campi di lavoro forzato come criteri di riferimento per vedere se la persecuzione verso i praticanti locali di Falun Gong è portata avanti con “piena forza”.
Questa sorta di ben definita, mirata e sistematica persecuzione contro Falun Gong si serve dell’ “ufficio 610” in tutto il paese ed è supportata dall’infrastruttura totalitaria dell’intera nazione. Non hanno però considerato (Jiang Zemin e i suoi seguaci) le conseguenze estreme di tutto questo e hanno quindi apertamente rifiutato e calpestato i diritti umani fondamentali, la civilizzazione odierna, il sistema giudiziario e i principi etici dell’umanità.
Da giugno in poi il numero di praticanti di Falun Gong torturati a morte è aumentato ad un ritmo allarmante. In un mese è stato riferito che circa cinquanta praticanti di Falun Gong sono stati torturati a morte nelle mani della polizia o sono morti per le torture subite dalla polizia, portando il totale dei morti ad almeno 250. Tra quelli uccisi, i poliziotti di Baiguo Township (città di Macheng, provincia di Hubei) hanno bruciato vivo un praticante e ne hanno incatenato altri due dietro le motociclette, trascinandoli fino a farli morire. Sono risultati quattro morti quel solo giorno.
Dopo che la tragedia del campo di lavoro forzato di Wanjia è stata resa nota, in tre giorni, dal 3 al 5 luglio, si è saputo di altri cinque morti. Le notizie su queste morti sono comunque dovute alle poche informazioni che riescono a filtrare attraverso il rigido blocco informativo creato dal governo cinese.
Perciò questi numeri sono solo la punta dell’iceberg.
La polizia i cui ordini sono di “distruggere la loro reputazione, tagliare i loro fondi finanziari ed eliminarli fisicamente” e i cui ordini comprendono “bastonarli a morte va registrato come suicidio, non c’è che i loro familiari identifichino i corpi e questi vanno direttamente cremati”, questa polizia sta ancora eseguendo questi ordini in Cina. Jiang Zemin e i suoi criminali seguaci hanno perso qualsiasi parvenza di umanità. Noi rivolgiamo qui un pressante appello alle persone di buon cuore di tutto il mondo: Unitevi ai nostri sforzi per salvare i praticanti di Falun Gong perseguitati in Cina. Fermate il massacro in Cina, fermate Jiag Zemin e i suoi scherani che stanno abusando del potere governativo per commettere atti criminali.
E’ tempo che il mondo agisca in retta per salvare quelli che sono perseguitati.
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