Jilin: Uno studente dell’università Industriale sottoposto ad una spietata tortura ed al lavaggio del cervello (Foto)

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Il sig. Gao Hongfei, uno studente dell’Università Industriale di Jilin e devoto praticante della Falun Dafa, è stato una delle vittime della persecuzione del governo comunista. Quando era detenuto nel campo di lavoro forzato di Chaoyanggou, ha subito sessioni di tortura e di lavaggio del cervello, che hanno gravemente danneggiato i suoi polmoni. Temendo che la sua morte avrebbe creato problemi all’amministrazione, il campo lo ha rilasciato. Il padre di Gao, incapace di sottostare alle costrizioni ed alle costanti minacce da parte delle autorità, è deceduto. La sua anziana madre è stata costretta a ritornare al lavoro per poter pagare le spese mediche del figlio.

Il signor Gao torturato Le ferite
Gao Hongfei, praticante di 29 anni, era originario della contea di Fanshi, nella provincia di Shanxi. E’ andato molte volte a Pechino ad esporre i veri fatti riguardanti il Falun Gong. Nell’ottobre 2000, venne arrestato dalla polizia locale della città di Changchun, provincia di Jilin, e fu detenuto segretamente nel carcere di Tiehua per 37 giorni. Venne poi condannato al campo di lavoro forzato della provincia di Jilin. Mentre scontava la sua condanna, Gao è stato sottoposto a trattamenti estremamente inumani.

Gli ufficiali del campo di lavoro forzato di Fenjin hanno assegnato lavori pesanti ai praticanti della Dafa (per costringerli a rinunciare al loro credo). Essendo inverno il lavoro nei campo non si poteva fare, i praticanti venivano rinchiusi in gabbie e costretti a sedersi su delle tavole ondulate e spigolose. Trascorsi alcuni giorni, le loro natiche cominciavano a sanguinare. Chiunque veniva trovato in procinto di chiudere gli occhi veniva denunciato e riceveva una rigorosa bastonata. Il brutale comportamento delle guardie superava quello che una persona normale può immaginare.

La politica del campo era di “ri-educare” i detenuti condannati perchè praticanti della Falun Dafa, venivano sottoposti inizialmente al lavaggio del cervello, ed in seguito, a tortura affinché i praticanti rinunciassero completamente al loro credo. Durante le sessioni di lavaggio del cervello, i praticanti vengono costantemente riempiti di materiali deformanti e costretti a vedere audio o scritti di calunnie. I praticanti più determinati, che non cedono, vengono sottoposti a sedute psichiche sino a che non crollano fisicamente e mentalmente. A coloro che non si arrendono viene prolungata la condanna, vengono rifiutate le visite dei famigliari, ed anche gli oggetti da bagno inviati dai parenti vengono confiscati.

Per tre mesi, Gao ha sofferto estreme condizioni nel campo di lavoro forzato di Fenjin. Nel marzo 2003, è stato trasferito al campo di lavoro forzato di Chaoyanggou, nella provincia di Jilin, che è conosciuto come il più brutale. Di costituzione piuttosto debole, a Gao non è stato permesso di leggere la Legge nè di praticare gli esercizi, e le tante ore di lavoro forzato non hanno tardato ad esaurirlo. Alla fine del 2001, si è sentito male. Gli è stato diagnosticato un grave problema ai polmoni ed i suoi giorni erano contati. Per evitare di assumersi la responsabilità della sua morte, il campo di lavoro forzato di Chaoyanggou lo ha fatto ritornare a casa.

Dopo essere stato rilasciato, Gao è stato mandato all’ospedale per trattamenti medici e gli dissero che non gli rimaneva più molto tempo. Dopo essere tornato a casa, tuttavia, il suo fermo credo e il suo costante studio della Legge lo hanno lentamente aiutato a recuperare. Dopo essere stato costretto a letto per otto mesi, ha ripreso una vita normale.

Gao era sempre sotto costante sorveglianza, e gli ufficiali di polizia locale ricominciarono a minacciare i suoi genitori. Il padre di Gao, incapace di sopportare le molestie, è morto. Gli sono stati confiscati i libri e gli altri documenti inerenti la Falun Dafa.

Nel marzo 2003, mentre si recava a Taiyuan, Gao venne arrestato dalla polizia della contea di Yangqu e rinchiuso nel commissariato di polizia di Xinghualingin in attesa della sentenza. Oggi, tutto il paese stà facendo fronte all’emergenza della SARS. Poiché su Gao non c’erano giustificati motivi per l’incarcerazione, venne rinviato alla stazione di polizia del suo distretto, dove gli ufficiali di polizia gli confiscarono la moto, il suo computer e gli estorsero 3000 yuan come « cauzione » per la sua liberazione.
Le continue minacce ed estorsioni hanno portato la famiglia di Gao al verde finanziariamente, costringendo l’anziana madre a continuare a lavorare per far quadrare il bilancio e pagare i debiti contratti per le sue spese mediche.

Versione cinese: http://minghui.org/mh/articles/2005/11/29/115447.htm

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