Heilongjiang: la persecuzione sperimentata nella prigione femminile

Facebook Logo LinkedIn Logo Twitter Logo Email Logo Pinterest Logo

Il mio nome è Liu Shufen e ho 33 anni. Poiché praticavo la Falun Dafa, le autorità mi hanno arrestato l’11 maggio, 2002 e mi hanno condannato a 11 anni di prigione. Stò scontando la pena al quartiere no. 1 della prigione femminile della provincia di Heilongjiang. La prigione utilizza i criminali per torturare i praticanti della Dafa. Le guardie della polizia permettono e consigliano, ai criminali di commettere atti diabolici e di commettere abusi sia verbali che fisici nei confronti dei praticanti. La nostra vita e salute non sono assicurate ed affrontiamo costantemente la pressione mentale.

Il 2 dicembre 2002, fui mandata allo "squadrone di addestramento". Poiché rifiutai di indossare l'uniforme della prigione, le mie gambe e piedi furono legate all’in sù con una corda. Le mie mani erano ammanettate dietro la schiena. Fui costretta a sedermi sul pavimento di calcestruzzo dalle 4 della mattina alle 8:30 della sera, ogni giorno per otto giorni. Durante quelle ore, la polizia veniva parecchie volte ad esercitare pressione (mentale) su di me. Colpirono la mia faccia con un libro. Il resto del tempo, i criminali mi sorvegliavano. Il 19 dicembre, fui trasferita in una cella piccola e buia, con tre pasti di minestra di cereale quotidiani, ammanettata e con le gambe legate strettamente con una corda.

Il 3 febbraio 2003, venni rinchiusa nella cella no. 1, ero frequentemente ammanettata perché persistevo nel praticare il Falun Gong.

L’ 8 marzo 2004, fui rinchiusa in una cella piccola con le manette alle mani ed alle gambe per 24 ore consecutive. I criminali nella stessa cella potevano abusare in qualunque momento dei praticanti. Non mi permisero di lavarmi i capelli o di fare una doccia. L’ 11 aprile, venni liberata dalla piccola cella e fui mandata di nuovo in una cella normale. Il 3 maggio, il criminale Hou Liping, su comando delle guardie Zhou Ying e Liu Yan, mi appese all’ in su fino a costringermi ad acconsentire a firmare una lettera. Quando mi rimisero giù, i miei arti erano intorpiditi e venni riportata di nuovo nella cella.

Il 1 dicembre 2004, rifiutai di accettare gli abusi fisici. Di conseguenza, il 5 dicembre, fui portata al primo piano dell’edificio sul retro, dove vi rimasi. Parecchi criminali mi torturarono come da indicazioni della polizia. Mi ammanettarono le mani dietro la schiena alla struttura del letto, e poi muovevano il letto. Soffrii un dolore estremo che quasi persi conoscenza. Provai a far notar loro gli atti diabolici che stavano compiendo, ma mi picchiarono ancora.

Il 15 marzo 2005, rifiutai di cooperare con le guardie e fui rinchiusa in una cella piccola. Il 6 giugno iniziai uno sciopero della fame per protestare contro il prolungamento dei termini della mia detenzione. Il 9 giugno la polizia mi alimentò forzatamente. Il dottore della prigione, Shang Xiaomei, mi introdusse gran parte di una sonda gastrica all'interno dello stomaco, e questo mi causò mal di stomaco e gastrite. Allo stesso tempo, utilizzò un cucchiaio metallico per aprirmi la bocca, che mi causò lesioni ai denti, alla mascella superiore ed alla lingua. Lo stesso tubo venne utilizzato su quattro di cinque praticanti in un breve lasso di tempo. Non veniva usato nessun processo per disinfettare il tubo, ma veniva soltanto risciacquato con acqua corrente.

Il 29 luglio fui liberata dalla piccola cella, ma quando persistetti nel continuare lo sciopero della fame, il dottore Shang, della prigione, continuò a sottopormi ad alimentazione forzata tre volte al giorno (due volte latte e una volta minestra ai cereali). Durante il mio sciopero della fame, venivo isolata dalla polizia e non avevo contatto con gli altri. Il 28 dicembre, smisi lo sciopero della fame ed iniziai a mangiare.

Il 18 gennaio 2006, rifiutai di cooperare con una guardia di polizia, così la polizia ordinò ai criminali di costringermi ad indossare l'uniforme della prigione. Mi torturarono dalle 8 della mattina fino alle 8 di sera. Durante quelle ore, mi davano calci quando tentavo di mettermi nella posizione del loto. La sera, poichè mi rifiutai di partecipare all’appello, i criminali mi coprirono la bocca.

Le guardie della polizia, Hou Fengying, LU Cuijun e Yu Hongbo spronavano i criminali ad abusare di me. Come protestare contro la persecuzione, iniziai uno sciopero della fame. Con la scusa di "nutrirmi", mi sottoposero ad alimentazione forzata con panini cotti a vapore schiacciati, ravanello ed aglio, che si supponga "riducano l'infiammazione." La miscela mi irritò il naso, l'esofago e lo stomaco, e la usavano ogni volta che mi sottoponevano ad alimentazione forzata. La polizia non partecipava all'alimentazione forzata e dava le indicazioni ai criminali per farlo. Ero l’unica praticante che veniva perseguitata.

Durante la detenzione, subii numerose persecuzioni sia alla mente che al corpo. I diritti umani di base non furono rispettati. Facciamo appello a tutte le persone sensibili del mondo a prestare attenzione ai praticanti che sono detenuti nella prigione femminile di Heilongjiang.

* * *

Here is the article in English language:
http://en.clearharmony.net/articles/a33213-article.html

Facebook Logo LinkedIn Logo Twitter Logo Email Logo Pinterest Logo

Potete stampare e diffondere gli articoli ed i contenuti pubblicati su Clearharmony, ma per favore citate la fonte.